Diario del 13° Giorno Tappa Alta-Nordkapp

15 Luglio 2002,

(Auguri a Michele)

Ci alziamo tardi, troppo per permetterci la visita al grande canyon, a sud di Alta. Possiamo però permetterci una deviazione verso Hammerfest.

Attraversare Alta è una gran noia. L'abitato è rado, ma estesissimo, per cui si va avanti per chilometri coi limiti a 50 all'ora. Allontanandosi verso nord inizia una serie di valichi, ognuno con il suo insediamento sami. Li visitiamo quasi tutti, constatando che effettivamente i prezzi calano, ed i prodotti sembrano veramente artigianali (scompaiono ad esempio i marchi di fabbrica sui foderi dei coltelli).

La strada per Hammerfest è abbastanza dissestata, anche per i vari cantieri aperti. Non viaggia quasi nessuno, per cui i disagi sono minimi. Ad Hammerfest, la città più settentrionale del mondo, facciamo due passi in centro, fra la chiesa evangelica, quella cattolica, la piazza ed il mercato. È un fine mattinata all'insegna del relax, degnamente coronato da un buon pranzo in baghetteria.

Riprendiamo la marcia verso Capo Nord, raggiungiamo il mare , che ci fiancheggia sulla destra per molti chilometri. Il tempo è ottimo, e il mare prende una colorazione blu molto brillante. Uno spettacolo.

Di centri abitati incontriamo solo tracce. La strada corre fra terra e mare, come una linea di confine interminabile.

Giunti a Kåfjord ci si immette nel lungo (quasi 7 Km) e profondo (-212 m) tunnel sottomarino che porta all'isola di Magerøya, l'ultima. La tratta viene pagata a caro prezzo (267 corone). Quasi subito ci fermiamo ad Honnigsvåg, per comprare quella trentina di panini che si rende indispensabile per la serata (oltre alle mele rituali). 

Di qui in poi la strada si snoda come il tappeto rosso dei matrimoni, fra terra, mare, cielo e mille specchi d'acqua, salendo e scendendo continuamente nel paesaggio aperto a perdita d'occhio della tundra artica. Non un albero, solo rocce, muschio, licheni, pochi fiori e chiazze d'erba in corrispondenza di pozze d'acqua. È sempre più difficile condividere l'impressione negativa che alcuni riportano su quest'ultimo tratto di strada. Forse la nebbia o la pioggia distruggono la sontuosa brillantezza e il supremo silenzio di questi spazi.

Condividiamo invece chi storce il naso di fronte al brutto parcheggio (invaso di camper e di pullman) appena a ridosso di Capo Nord, ma è un male minimo, se si pensa che il complesso turistico è invece quasi invisibile, con i suoi tre livelli scavati nel sottosuolo. All'ingresso l'ultimo salasso della serie (185 corone a cranio).

Consigliamo a chiunque voglia ripetere il nostro viaggio di aggirare questa gabella con un sistema semplicissimo: il centro apre alle 9 e chiude alle due di notte. È sufficiente entrare fuori di quest'orario (al mattino presto o a tarda notte) per rimanere all'interno indisturbati fra le migliaia di persone che fanno folla. Nessun controllo neanche in uscita, per cui non serve nemmeno uscire in orari strani.

Appena entrati decidiamo immediatamente di darci al campeggio libero (consentito), per cui piantiamo le tende al di fuori dell'area-parcheggio, in buona posizione. Quando ci installiamo c'è solo una tenda, a duecento metri da noi. In seguito ne contiamo solo altre tre o quattro. La tenda più vicina a noi è di una coppia di motociclisti toscani. Prima di andarcene in giro celebriamo il solenne rito della cena polare (Ale è particolarmente contento perché oggi Pippo non ha comprato la crema al gusto di mela e olive).

Saliamo nell'area turistica, per metà incuriositi da alcuni turisti vestiti in maniera improponibile (vedi foto) e per metà infastiditi da quelli aggressivi, disposti a sorpassarti a gomitate anche per uscire dai bagni. Sono queste le vittime del turismo di massa: gruppi di anziani di tutto il mondo, impacchettati a casa, scaricati nei più vicini aeroporti e traghettati in pullman fin qui per rimanere una serata, ripartire a mezzanotte e mezza e tornare a casa. Noi pazienti aspettiamo che si godano il raid: avremo tempo e modo più tardi di fare altrettanto.

Nel centro gironzoliamo nell'enorme negozio di souvenir, poi (dopo aver ricaricato in parte il pc da una presa scoperta nel corridoio dei bagni), ci vediamo il bel filmato in cinemascope (!) che ogni mezz'ora viene proiettato ad un pubblico di 250 persone (la fila doveva essere enorme, ma noi arriviamo proprio mentre il personale chiama per alcuni posti liberi: siamo in prima fila). Curioso, anche qui, l'abbinamento con una cappella dedicata a san Giovanni e un microscopico museo Thailandese (?). C'è anche un gran bar ad anfiteatro (3 piani sotto terra) con vetrata sull'oceano. Forse ci torneremo più tardi.

Il cielo è sereno, ma basse nuvole all'orizzonte compromettono una buona visione del sole di mezzanotte. Speriamo che si alzino in tempo... Intanto impazzano i turisti dei pullman, fino alla mezzanotte, poi il piazzale si svuota e rimangono solo quelli che hanno deciso di passare qui la notte. L'aria è piuttosto fresca (eufemismo). Gianfranco sfoggia guanti di pile viola, Ale non ha la giacca a vento né il k-way (né gli occhiali da sole, che paradossalmente non sono del tutto inutili a quest'ora, a queste latitudini). Pippo e Pierluigi sono meglio attrezzati e si fanno notare di meno.

Intorno all'una di notte (la vera mezzanotte, ripetiamo) l'atmosfera si è fatta ben più raccolta. Tre ragazzi polacchi (forse) danno la scalata al globo monumentale, e li immortaliamo con piacere. Ci sono alcuni spagnoli, olandesi ed un paio di altri italiani. Qualche nuvola è rimasta, ma il sole ci si mostra almeno un attimo, sorridendo silenzioso. Per chi vuole è il momento di fumare in tutta tranquillità.

Prima che il centro chiuda (sono ormai le 2 meno 10) abbiamo la faccia tosta di presentarci al bar panoramico per prenderci una birra: accontentati.

Rientriamo in tenda in un silenzio grande almeno quanto la luce intorno a noi. Si combatte il freddo con ogni sistema. Ringraziamo l'esercito italiano per averci messo a disposizione la mitica "superpippo". Speriamo che non si faccia la fine del Similaun, ma non sembra che ci debbano essere problemi. Anche Gianfranco, all'inizio un po' titubante accetta di buon grado la spartana sistemazione, forse ancora in preda all'eccitazione che questa serata gli ha dato.

Buona notte a tutti.

 

Galleria di immagini:

Partenza da Alta

Prime renne: foto 1   foto 2

ad Hammerfest: foto 1   foto 2   foto 3

tornando da Hammerfest: foto 1   foto 2

by the way: foto 1   foto 2   foto 3

il nostro campo...: foto 1   foto 2

... e quello degli altri

Before midnight: foto 1   foto 2   foto 3   foto 4

palido sole: foto 1   foto 2

l'angolo dei più piccoli: foto 1   foto 2

After midnight: foto 1   foto 2   foto 3   foto 4   foto 5   foto 6   foto 7

V.M. 18: foto 1

Buona notte: foto 1   foto 2

 

 

 

 

 

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