Diario del 16° Giorno Tappa Tromsø-Fauske

18 Luglio 2002,

(Auguri al mitico Gianfranco)

Ci chiedevamo dove andare a dormire, e subito scatta la genialata: piuttosto che dormire in macchina (a tratti piove, e non ci va di montare le tende), tanto vale incamminarsi direttamente verso sud.

Il calcolo è presto fatto. L'unico intoppo è l'ultima traversata in traghetto, da effettuarsi obbligatoriamente di giorno: dovremmo arrivare all'attracco verso l'alba, traghettare e fermarci a dormire una trentina di chilometri dopo (a Tømmerneset).

Stabiliamo una rotazione alla guida e nel ruolo di navigatore, gli altri dormono sul sedile posteriore. Partiamo, accompagnati dalla pioggia, ma con alcune schiarite (nel vero senso della parola).

Non c'è molto da raccontare sulla notte al volante, se non che abbiamo sforato i 5000 chilometri, quanto sia deserta la strada e come le radio (poche) la smettano con i loro interminabili monologhi, e passino a più interessanti programmazioni musicali.

Parentesi radiofonica: è dall'inizio del viaggio che stiamo tenendo il conto delle canzoni italiane più passate in radio; a questo punto la classifica vede vincitore assoluto Tiziano Ferro (3 passaggi per "Perdono"). Gettone di presenza anche per Spagna (Call me), Ramazzotti-Turner (cose della vita), Raf (Self Control), Bocelli (con te partirò), una strana versione in inglese di "Primavera" di Marina Rei e Zucchero (versione in inglese di Diamante, passata stanotte). Il nostro Oscar va, però, ad una imperdibile versione in norvegese di "Papaveri e papere": un vero capolavoro.

Intorno alle 5 del mattino un accenno di arcobaleno, in uno squarcio fra le nuvole (inconsueto). Poi altro silenzio e altra solitudine, con i molti camper fermi nelle  piazzole, i camion e i pochissimi motociclisti ancora in viaggio a quest'ora. Di macchine neanche l'ombra. Arriviamo al traghetto in nettissimo anticipo sull'orario preventivato, sono le 6 meno 10. Nessuno davanti a noi, un ciclista ha montato la tenda al lato della strada. Decidiamo coscientemente di perdere il primo traghetto disponbile: sarebbe inutile arrivare in un camping alle 7 e mezza del mattino. Così ci concediamo una meritata quanto insufficiente dormita accanto alla tenda del ciclista.

Ci imbarchiamo alle 7.30, insieme a tre jeep militari, un furgone e due altre macchine. Appena il tempo di salire a bordo e già vediamo un tizio che si mangia beato un panino con le salcicce pieno di ketchup. Decisamente troppo a quest'ora. La traversata durerà sì e no un quarto d'ora. Al momento di sbarcare siamo gli ultimi, arriviamo alla macchina di corsa, con tutti gli altri fermi ad aspettarci. Gli ultimi trenta chilometri li percorriamo in completo relax.

Il campeggio sembra bello, ma è ancora chiuso, e non sembra che ci siano piazzole all'ombra (indispensabile se vogliamo riposare di giorno). Abbiamo la tipica fame post-discoteca, così (anche alla ricerca di benzina), decidiamo tirare ancora avanti, andando infine a fermarci a Fauske, anche perché (messaggio importante per chi viaggia!) fra Bognes e Fauske c'è vuoto assoluto di centri abitati degni di tal nome e di benzinai. Solo gruppi di poche case, fuori dal percorso della statale e privi di esercizi commerciali.

Qui il campeggio è davvero ideale, ben ventilato e silenzioso quanto basta. Pippo e Pierluigi, montate le tende, scendono in centro, per fare un po' di spesa, gli atri iniziano la fase di reloading. Dopo un breve spuntino a base di dolci (è di nuovo festa di Gianfranco), stacchiamo ogni collegamento col mondo fino alle 6 del pomeriggio.

Il passo successivo di questa pigra giornata prevede: a)passeggiatina, b) sosta al centro informazioni turistiche, c) elaborazione dei dati raccolti (per programmare la giornata di domani), d) rientro al camping, e1) partitone a tresette nell'area comune, e2) ricarica del pc, e3) ricarica cellulari. Alle otto si cena, poi si torna ancora in paese.

Siamo stati alla Huset (open bar con pub annesso), perché dopo le 23 tutti gli altri chiudono. Al banco lavora una simpatica vichinga, cui chiediamo anche suggerimenti per la nostra escursione di domani. Il festeggiato prende un Irish coffee, per gli altri Smirnoff ice. Un ubriaco olandese con la faccia di Leslie Nielsen (se si scrive così), cerca di farsi offrire da bere da noi, che fingiamo di non capire, finché lui sconsolato passa ad infastidire altri tavoli.

La vichinga ci offre un giro gratis di caffé (chiamiamolo così in ossequio all'ospitalità ricevuta), e ci invita a non andare via fino alla chiusura (le 2), data la presenza di alcuni avventori non molto sobri, che ronzano un po' troppo fastidiosamente intorno a sua sorella (non è che noi avessimo intenzioni migliori, ma almeno non eravamo ubriachi), siamo cavalieri e ci immoliamo per le dame.

Messi alla porta gli ultimi importuni, si esaurisce il nostro compito, e (con gli occhi piuttosto pesanti) ce ne torniamo a letto.

 

Miserrima galleria di immagini:

Primo turno di sonno: foto 1   foto 2

Jenfry day

al campo, ore 2.15

 

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